lunedì 5 agosto 2013

THE VENETIA FAIR - Every Sick, Disgusting Thought We've Got In Our Brain (2013)


The Venetia Fair è un quintetto di Boston che ha alle spalle un album (The Circus del 2009) e un EP (The Pits del 2011) dove la musica, proprio come il titolo del primo lavoro può suggerire, subisce un trattamento caotico e teatrale. Decidere di ascoltare un loro album significa essere predisposti ad immergersi in un mondo carnevalesco fatto di freak, caroselli, orchestrine mariachi e reietti emocore.

I The Venetia Fair, nel secondo album Every Sick, Disgusting Thought We've Got In Our Brain, imbastiscono così una scorribanda di post hardcore che incontra l'opera rock, pagando tributo ai The Dear Hunter più teatrali, agli Hotel of the Laughing Tree, ma anche ad una band più prettamente progressive come gli svedesi A.C.T. Ma questo album trasuda anche una certa ambizione naif per una visione musicale grandiosa, anche troppo per le corde del gruppo, che infatti molto spesso gli sfugge di mano. Se esistesse un genere "rock steampunk" penso che i Venetia Fair potrebbero esservi inseriti senza problemi. Il loro è un rock orchestrale suonato con irruenza punk che sembra sbucato fuori dagli anni '30 con accenni alle operette vaudeville dei Queen e le soundtrack da film western di Ennio Morricone.

Il gruppo stesso approccia i propri strumenti con arrangiamenti al limite dello spasmo, carichi all'inverosimile, il cantante Benny Santoro si adatta benissimo a questa filosofia con enfasi melodrammatica talvolta stucchevole. Every Sick, Disgusting Thought We've Got In Our Brain per questo può risultare indigesto da quanto è debordante ed esagerato, anche se, in fondo, qualche buona idea riesce ad indovinarla.



www.facebook.com/thevenetiafair

2 commenti:

jacopo ha detto...

Divertenti.
Capisco il fatto di risultare stucchevole, ma penso che questo gruppo si possa catalogare sulla linea di band che utilizzano il proprio gusto eclettico per costruire una parodia (o anche una rilettura se vogliamo)di certi generi musicali; in questo caso il melodramma ed il rock teatrale. Forse ti stupirai, ma una possibile band da gemellare a questa, per quanto il genere sia completamente diverso, sono i twelve foot ninja: con i loro video, i loro costumi e le loro musiche piene di variazioni, sembrano quasi voler provocare e fornire una visione giocosa di tutti i possibili generi musicali in circolazione.
Altri artisti che sfruttano il fattore sorpresa e lo stupore dell'ascoltatore sono i Thank You Scientist, Fjokra e gli ormai andati Mars Volta, con risultati più o meno soddisfacenti.
Ho citato band che da un punto di vista musicale sono diversissime, ma che sono accumunate dall'intento di disorientare piacevolmente l'ascoltatore e di far sorgere spontanea la domanda: "ma questi cosa suonano??"
Non so se tu sia d'accordo, ma io un sottile filo che lega tutti questi artisti lo vedo, ed il risultato è un tipo di musica inevitabilmente diverso da tutti quelli presi in considerazione (alla faccia del crossover funk-rap-metal dei korn). Una musica per certi versi post-moderna, ma piacevole, anche se non sempre easy-listening

jacopo ha detto...

Aggiungerei che molti sono stati i gruppi che hanno sperimentato da questo punto di vista. Il pezzo più vecchio che mi viene in mente è Bohemian Rapsody dei Queen, ma penso non sia il primo. L'album Angel Dust dei Faith No More mostra moltissimi elementi di commistione tra generi musicali, apparentemente inconciliabili, il tutto con un'ingenua attitudine nello stupire il pubblico giocando con le proprie risorse e competenze. Artisti di tal genere, piacciano o non piacciano, sono comunque da stimare, dato che producono un rinnovamento nella musica, cosa che non fanno Editors, We Are Scientist e compagnia bella dell'indie rock attuale.