lunedì 15 febbraio 2016

Oh Malô - As We Were (2016)


Non è passato neanche un mese da quando li ho presentati su altprogcore ed eccoci arrivati a segnalare questo incredibile debutto dei bostoniani Oh Malô. Quindi, ricominciamo da capo per chi se li fosse persi. Loro sono Brandon Hafetz (voce e chitarra), Jack McLoughlin (chitarra), Jordan Lagana (basso), Isaac Wang (batteria) e in due anni di attività hanno raccolto sei canzoni divise in tre EP di cui avevo parlato (e i cui colori arancio, rosso e blu dominano la copertina di questo LP) e, come anticipato, sono tutte presenti nell'esordio intitolato As We Were di prossima uscita. Quindi, la qui presente è una recensione un po' anomala, una seconda parte che prosegue quanto avevo già scritto sugli Oh Malô. As We Were ha coperto due anni di lavoro tra scrittura, produzione e registrazione, mentre il gruppo ha continuato ad esibirsi dal vivo insieme ad altre band. 

Era da molto che non ascoltavo un alternative rock così fresco, personale e rigenerante. Tutto è curato nel particolare su As We Were, dalla voce esotericamente buckleyiana ed evocativa di Hafetz alle chitarre che si stagliano come un'aura elettrica in ogni brano, fino alle ritmiche che nella loro regolarità si inventano colpi inaspettati. E' da tali premesse che nasce una delle tracce cardine dell'album, quella Feed che senza ombra di dubbio rappresenta uno dei momenti magici dell'intera opera. Ma andiamo con ordine. L'album si apre con le chitarre incandescenti di Burn: un saliscendi emotivo dalle vibrazioni acide e elettriche, placato dalla suadente voce di Hafetz. Hey, Mr. Paul e Out of My Own ripeteno, tra dolcezza e impetuosità, i due poli d'attrazione opposti di As We Were, accomunati da una psichedelia sottesa che non abbandona mai il lavoro nella sua totalità.

In questo caso lo zenith lisergico toccato da Sweet Dreams si ripercuote nel suo crescendo come un vortice e poi continua e si espande nella seguente It All Comes Back con toni da ballad, arrivando alla catarsi finale con tutti gli strumenti in tensione. Miss You e Happy Birthday sono le canzoni che più si avvicinano alle caratteristiche di pop rock, anche se in questa sede il termine assume un significato molto aleatorio e arbitrario, mentre la title-track si mantiene su territori sognanti, raggiungendo le stesse eteree latitudini dei From Indian Lakes. Fine e P.S. (atmosfera lo-fi con rumori di sottofondo la prima - chitarre riverberate e voce profonda la seconda) invece appartengono a quella sfera di impalpabile astrattismo che veste le canzoni come degli abbozzi tratteggiati su tela. Come era da aspettarsi As We Were è un debutto di pregevolissima fattura che, si spera, aiuterà gli Oh Malô ad uscire dai confini bostoninani.



Qui di seguito alcuni brani di As We Were presentati dal vivo in versione acustica.

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