martedì 19 settembre 2017

Circa Survive - The Amulet (2017)


All'inizio di quest'anno i Circa Survive hanno ricordato il decimo anniversario di On Letting Go, uno dei loro album più amati, con un grande tour celebrativo e oggi siamo qui a parlare del sesto album in studio The Amulet che arriva a tre anni di distanza da Descensus. Proprio con On Letting Go la band di Philadelphia era riuscita a conquistarsi una fetta di pubblico più ampia dopo l'esordio con Juturna, ponendosi sulla scia di quel progressive hardcore in stile Coheed and Cambria chedurante quel periodo stava vivendo la sua stagione migliore, tanto da creare una vera comunità musicale attorno all'etichetta Equal Vision Records.

Dieci anni e quattro album dopo ritroviamo i Circa Survive con The Amulet in una versione adulta di ciò che era quel genere. Come i loro fan anche loro sono cresciuti, hanno messo su famiglia e anche la testa a posto, quindi l'ispirazione ha seguito questa crescita rispecchiandosi nelle scelte stilistiche. Non ci sono più ritornelli catchy, non ci sono più le caratteristiche dinamiche quiet/loud, ma soprattutto non ci sono più punti di paragoni con gli colleghi. The Amulet presenta un gruppo stilisticamente emancipato che ha trovato una propria identità sonora, anche se non è semplice penetrare nell'essenza delle canzoni presenti nell'album a causa di elementi melodici talvolta sfocati. I Circa Survive non suonano più un post hardcore progressivo per adolescenti, ma nella loro maturità sembrano aver raggiunto un rapporto intellettuale con il proprio sound simile ai Dredg.

Come per Juturna, qui siamo di fronte ad un lavoro che va assaporato lentamente: all'inizio può lasciare perplessi e indifferenti proprio per la sua omogeneità nel fluire tra un brano e l'altro, però poi si faranno strada alcuni particolari e qualità nascoste. La maggior parte della musica composta per l'album conserva una miscela hard psichedelica, ancora e sempre orchestrata dall'interplay delle chitarre di Colin Frangicetto e Brendan Ekstrom, che sembra non avere contorni ben definiti ma sfumature frutto, ora più che in passato, di sessioni di scrittura fatte di jam collettive e improvvisazioni trasformate in strutture. Sicuramente non è un album che convincerà tutti, dato che comunque resta nell'aria qualcosa di lasciato in sospeso che dipende forse dalla rinuncia nella ricerca di trame più complesse ed incisive.

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