martedì 16 gennaio 2018

Aviations - The Light Years (2018)


Anche se un paio di anni fa avevamo già presentato gli Aviations credo che in pochi si siano accorti di loro (o comunque se li ricordino), quindi è giusto presentarli di nuovo dato che, dopo un ottimo album pubblicato nel 2012, arrivano adesso al proprio esordio con un album completo dal titolo The Light Years. Il gruppo si forma nel 2011 a Boston composto dal chitarrista Sam Harchik e dal batterista James Knoerl, entrambi studenti del Berklee College of Music. Alla formazione si aggiunge il vocalist Adam Benjamin e nel 2012 i tre danno alle stampe l'album A Declaration of Sound, coadiuvati da altri musicisti che compaiono come ospiti. L'aggiunta in seguito di Richard Blumenthal alle tastiere e Dylan Vadkin al vibrafono arricchisce la prospettiva sonora (che proietta il djent dei Meshuggah vicino agli universi sonori di Steve Vai, Frank Zappa, Queen, il jazz e verso inedite e stimolanti contaminazioni) e gli Aviations decidono di realizzare un remake della traccia Intents in Tents tratta da A Declaration of Sound con un arrangiamento più ricco e sfaccettato. Nel frattempo il gruppo continua a lavorare all'album di esordio che dopo cinque lunghi anni vede ora la luce e ospita Jacob Umansky dei Painted In Exile ad occuparsi delle parti di basso (qualche giorno fa è stato annunciato il primo bassista ufficiale Werner Erkelens).

Il processo di produzione che ha occupato questo arco di tempo può essere certificato nella sua riuscita dato che siamo di fronte ad un album dettagliatissimo quando si tratta di mostrare la ricchezza degli arrangiamenti. The Light Years è una fonte inesauribile di riff, groove, stratificazioni sonore che vibrano in una totalità multitematica in perpetuo movimento. Nella loro girandola gli Aviations colpiscono quasi tutto quello che oggi è da considerarsi all'interno della sfera del prog metal, dalle evoluzioni fusion di Plini e Intervals alle nuove tendenze del djent più evoluto di TesseracT, Skyharbor e DispersE, con in più una spiccata propensione verso le forme prog mutuate da strumenti a loro maggiormente affini come piano, vibrafono e polifonie vocali.

Dizziness Explained potrebbe già riassumere tale percorso camaleontico: la batteria, con i suoi volteggi, dirige il ritmo frenetico verso cambi continui, la chitarra sfoggia ogni trucco legato alle declinazioni metal ed infine la voce di Benjamin è veramente una rivelazione per la sua versatilità nel seguire le varie direzioni che prendono le composizioni. Oltretutto il suo registro chiaro e acuto riesce a scomodare paragoni non certo di secondo piano come Daniel Tompkins e Ted Leonard degli Enchant. Le progressioni fusion sono alla base delle fondamenta di Concrete Kitten che, tra sincopi funk ed un inciso che si ripresenta come fosse un chorus, è l'unico brano ad accennare a trame più canoniche. Il resto è una costante jam imprevedibile colma di innesti strumentali - dove Benjamin interviene con il suo canto - i quali pescano non solo tra gli stili più disparati, ma anche tra varie epoche e li declinano in versione prog metal. In molti pezzi, ad esempio in Captain No Beard e Two Days, sono presenti sonorità di fusion anni '70 e '80 anche se il martellante suono grave delle chitarre non ci fa mai allontanare dall'orizzonte djent. Persino su Quest e Tornado succede tutto così talmente in fretta che i passaggi jazz e le irruzioni djent si amalgamano insieme con una naturalezza encomiabile.

Void e Lullaby, seppur solo strumentali, non mostrano velleità narcisistiche nello sfoggio di virtuosismi fini a loro stessi, ma preferiscono edificare delle atmosfere misurate (come nei pezzi new age di Jakub Zytecki) che coinvolgono l'insieme della band. The Light Years è un album che va assaporato lentamente, nel quale si scoprono tutte le astuzie sonore ascolto dopo ascolto ed è proprio qui che si viene a capo della marcia in più degli Aviations. Se infatti per gli altri colleghi citati in precedenza gli stilemi utilizzati emergono chiaramente, in questo caso vengono integrati e sepolti fino a che non divengono parte stessa del sound. In tal modo gli Aviations trovano la quadratura del cerchio di come dovrebbe suonare una band prog metal nel 2018, facendo di colpo risultare datati Dream Theater e affini e dando nel frattempo una bella lezione a chi pensava che questo genere non avesse più nulla da dire.




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